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PRESENTAZIONE
Una voce potente della poesia Italiana del '900.
Una figura affascinante.
Un poeta semianalfabeta, comunista, commerciante abilissimo, un uomo che ha attraversato la prima guerra mondiale, la resistenza, le lotte dei lavoratori negli anni '60 e '70, un poeta che cantava le sue poesie con voce spiegata, come un antico cantore, “con la sua voce di ferro”, come diceva Carlo Levi,
un uomo e un poeta per cui tutto era poesia,
lo sguardo, le cose, i gesti, la lotta, il dolore,
la rivolta contro l' ingiustizia.
Un poeta tutto da riscoprire, una voce forte, decisa, in un momento storico in cui la poesia sembra relegata ad un ruolo minore, di canto individuale, solitario.
Amato da Pasolini, Sciascia, Contini, Carlo Levi, De Mauro. Un poeta quasi dimenticato, da riproporre con forza, da celebrare con passione.
E con riconoscenza.

Ignazio Buttitta
Lo spettacolo è il canto narrativo e musicale di un uomo e di un poeta davvero unico.
Una drammaturgia di musiche, poesie, canzoni, racconti, azioni sceniche, con l'Italia del '900 sullo sfondo, e con la Sicilia e la sua anima come terra e come cielo.
Racconta e celebra un poeta, un grande poeta.
Racconta e celebra un uomo, un uomo coraggioso.
Un uomo che ha attraversato tutto il secolo XX, lottando e cantando, lottando e cantando, senza sosta: l'amore tra gli uomini, la ribellione all'ingiustizia, il valore del coraggio, della bellezza, della fratellanza, della grandezza della vita, vissuta con generosità e passione.
Un poeta che ha scritto in dialetto siciliano.
Un poeta sempre alla ricerca di un linguaggio comprensibile per tutti gli italiani.
Un uomo e un poeta che ha vissuto la poesia come momento di azione, di comunanza.
Un uomo e un poeta che ha cercato di salvare “i paroli boni, cari e umani” per darle al mondo,
per infondere coraggio, per celebrare la grandezza della vita, per dare conforto agli ultimi, per incitarli a difendere la propria dignità offesa e brutalizzata (in Sicilia in modo particolare).
Sorridente, smargiasso, sbruffone, esagerato in tutto, pieno di poesia e pieno d'amore.
Lo spettacolo è interamente costruito sulla musica.
E' un concerto, perché Buttitta scrisse molte canzoni, molte le cantò Rosa Balistreri.
Perchè la musica è l'arte siciliana, l'arte orale, quella della storia non scritta, che sta sotto, che non si scrive nei libri, quella della religiosità pagana.
Le musiche sono il frutto di un confronto appassionato con la musica tradizionale siciliana, con le ballate, i canti di lavoro, le romanze, e i tentativi di reinvenzione fatti dall'inizio del '900 fino agli ultimi anni.
Un dialogo sincero e spregiudicato, con il rispetto figlio dell'amore. Della riconoscenza.
E poi, il dialetto siciliano. L'eco più forte di millenni di storia non scritta, e del dialetto oggi c'è bisogno come il pane, perché aiuta a capire di più e meglio, perché è confronto sincero, perché è musica nostra, e perché il nostro dialetto ha immagini che sono come noi: esagerati. Nel bene come anche nel male.
Esagerati.
Come Buttitta: il più grande poeta del mondo........