“Ridere delle assurdità del mondo. Cercare le contraddizioni. Estremizzarle. E ridere. Ridere.
Cercare il senso delle cose, e provare a salvarla la pietà umana, da facce viste, da contraddizioni reali,
da voci sentite, da ragioni comprese, prima,
molto prima dei giudizi facili, delle ragioni, facili” Ma lo sai che uno dei pizzi di terra più a sud di tutta l’Europa si chiama Lampedusa ? Sai, è’ un’ isola.
Piccola. Molto più vicina all’ Africa ( circa 90 km) che al resto d’Europa (180 km circa). E’ territorio Italiano.
Da lì, puoi godere di una visuale tutta privilegiata su uno dei temi caldi del nostro scintillante presente: la migrazione enorme, biblica, di popolazioni del Sud del mondo, in direzione dell’Occidente ricco.
Ma lo sai, è una bellissima visuale....
“Un milione di persone pronte a invadere le coste italiane, dalla Libia, a sbarcare a Lampedusa e......” ("un miliùni ?! minchia!! e come fannu?!?
a Lampedusa, un miliùni di cristiani,
mancu ‘a ‘ddritta cci stanu....")
Ah, che bella vista, a Lampedusa…..
Da lì queste cosette si vedono a meraviglia, pulite pulite, nitide, nette.
E’ da lì che è partito il nostro spettacolo.
E da un presupposto: il desiderio di ridicolizzare i luoghi comuni, cercando di comprenderne i fondamenti.
Sui mass-media nazionali, l’isola di Lampedusa appare con impressionante frequenza.
Le pagine? Quelle della cronaca…
Eppure, negli ultimi 15 anni, di colpo, Lampedusa è diventata una meta turistica molto frequentata, arrivando a segnare l’incredibile numero di 30.000 presenze nel periodo di ferragosto, in un territorio di piccole dimensioni, appena 11 km di lunghezza, meno della metà di larghezza, abitato da sole 4000 anime, in mezzo al mare.
E così, Lampedusa si è ritrovata ricca. Così, di colpo.
E chi se lo aspettava???
E chi se lo aspettava, che proprio nel momento esatto in cui cominciava questa “ benedetta invasione” di turisti, ne sarebbe arrivata un’altra di “invasione”, “per nulla benedetta”, quella
degli extracomunitari migranti?
In media, quasi uno sbarco ogni 3 giorni. E ogni 3 giorni, Lampedusa buca lo schermo, e si guadagna il suo spazio sugli italici telegiornali.
Che poi, a sentirli i telegiornali, uno è portato
ad immaginarsela come un’isola davvero sotto assedio. Figurati i Lampedusani!!!
Neanche a dirlo, tutto questo tam tam gli piace poco, li preoccupa, li allarma, fa loro ricordare la vita, durissima, dei tempi di prima del turismo, e li angoscia, al pensiero che il turismo, impaurito dagli sbarchi degli migranti, possa diminuire, scemare, svanire, e non tornare mai più, portandosi via con se pure il benessere, arrivato ora ora.
E poi c’è la storia di Lampedusa. Che è una storia di marginalità, di isolamento, di abbandono. Per dire, i lampedusani sono stati tra gli ultimi, in Italia, ad avere il telegrafo, tra gli ultimi, in Italia, ad avere la corrente elettrica, tra gli ultimi, in Italia, ad avere il telefono, insomma, tra gli ultimi, sempre tra gli ultimi, da sempre.
Bizzarra, Lampedusa.
Per noi, non ci può essere un punto di osservazione migliore da cui porre la nostra domanda:
ma tutto questo allarmismo sull’immigrazione, è giustificato? o no?
Questa paura, è legittima? o no?
o ha dei tratti irrazionali ? Sproporzionati ?......
....Ma a che punto siamo ?....
Che dire, contraddizioni, grosse come montagne.
E questo è il punto: per la sua storia passata, per la sua storia più recente, per la sua posizione geografica, per tutto questo e per molto altro ancora Lampedusa incarna con assoluta evidenza contraddizioni che ci paiono tipiche di tutto l’Occidente.
Siamo convinti che interrogando oggi, da artisti, Lampedusa, si possa trovare qualcosa di profondamente rappresentativo, emblematico, dell’Occidente intero.